La tecnica classica prevede due fasi,
prima fase: si insegna a discriminare fra stimoli di chi si differenziano per la presenza di più attributi su almeno due diverse dimensioni; la scelta corretta, l’unica che viene rinforzata, riguarda l’attributo di una particolare dimensione.
Seconda fase: guidato dai rinforzi, il soggetto focalizza la propria attenzione su un altro attributo della stessa dimensione, (shift intradimensionale) o su uno degli attributi di una dimensione diversa (shift extra dimensionale).
Esempio- materiale– Supponiamo che… gli stimoli da discriminare siano rappresentati da due figure geometriche: un quadrato e un cerchio, e che ogni figura geometrica sia fatta variare secondo la “grandezza” quindi verrà presentata grande o piccola. Avremo quattro tipi di stimoli, due quadrati uno grande e uno piccolo e due cerchi uno grande e uno piccolo.
Gli item vengono presentati a coppie così associate: a) un quadrato grande con un cerchio piccolo, b) un quadrato piccolo con un cerchio grande. Per i vari cartoncini, la posizione di ogni singolo item, localizzata a destra o a sinistra va cambiata a caso. Si spiega al soggetto come si svolge l’esercizio e cosa ci si aspetta da lui.
Nella sua forma più schematizzata, come abbiamo detto, la procedura si svolge in almeno due fasi: 1) fase dell’apprendimento discriminativo Poniamo che come dimensione rilevante venga utilizzata la forma è scelta dall’operatore e che il soggetto inizialmente non ne è a conoscenza; il suo compito è di individuarla durante il training. Ammettiamo dunque che come stimolo rinforzo venga scelta la figura del quadrato sia grande che piccola.
I soggetti guidati dal rinforzo positivo devono apprendere la discriminazione voluta secondo questo schema: quadrato grande cerchio piccolo, quadrato piccolo cerchio grande. Subito dopo l’apprendimento è quindi raggiunto un certo criterio di padronanza, ad esempio, dopo cinque scelte fatte consecutive, senza alcun preavviso, si passa alla fase successiva, 2) fase di reversal Si basa su una nuova discriminazione la quale può avvenire secondo due criteri: a) reversa intradimensionale: la nuova discriminazione viene attuata all’interno della medesime dimensione (forma) a cui apparteneva lo stimolo rilevante.
Ad esempio prima si rinforzava la figura quadrato, ora quella del cerchio, secondo lo schema quadrato grande cerchio piccolo, quadrato piccolo cerchio grande. b) reversa extradimensionale: la nuova discriminazione avviene sugli attributi di una dimensione diversa dalla precedente. Se prima era rilevante la forma geometrica, ora lo diventa la grandezza, di conseguenza vengono rinforzate sono le scelte che cadono sulle “figure grandi” quadrato grande cerchio grande, ponendo uno schema in cui siano raffigurati un quadrato grande- cerchio piccolo, quadrato piccolo- cerchio grande.
Gli item restano sempre gli stessi: cambiano gli attributi che vengono rinforzati. Così, in relazione alle indicazioni che provengono dall’ambiente esterno, il soggetto una volta acquisito un certo concetto attraverso una delle sue dimensioni, apprende ad attribuire un valore discriminativo diverso gli attributi e a regolare il proprio comportamento.
Sviluppare la capacità di discriminare. La ricerca ha individuato quella che si può indicare come una sequenza evolutiva normale di fronte a compiti di reversare: fino a 4-5 anni viene attuato più facilmente uno shift extra dimensionale, verso i 7 anni, i soggetti eseguono allo stesso modo shift sia extradimensionali che intradimensionali; dopo gli 8 anni, lo shift intradimensionale viene effettuato molto facilmente.
In questo processo evolutivo, c’è un fenomeno da tener presente: se i soggetti nella seconda fase devono attuare una nuova discriminazione, cioè una discriminazione con item nuovi, e non hanno a che fare con shift nè intradimensionali nè extradimensionali, in genere effettuano una prestazione migliore rispetto al caso in cui invece viene richiesto uno chef di qualsiasi tipo.
In certi casi, l’operatore può ritenere utile sviluppare le capacità discriminativa di un soggetto con ritardo evolutivo, e allora ricorrere a una serie di prove di discriminazioni successive senza prevedere le fasi di shift.