Ho deciso di scrivere questo articolo perchè riflettendo sulla mia esperienza quotidiana di riabilitazione mi sono balzate agli occhi delle differenze abissali tra i vari bambini che ho trattato,
ma sopratutto perchè questa è una domanda che ripetutamente viene posta ai logopedisti ed ai medici di riferimento….
Giustamente i genitori si chiedono cosa fare e se i loro bambini sono pronti per affrontare la prima elementare.
La prima riflessione importante… da fare è sulla problematica che presenta il bambino in questione, poichè non è detto che con una difficoltà di linguaggio sia sempre sconsigliato l’inserimento in prima elementare.
Infatti io stessa ho consigliato ad una mammadi mandere il suo bambino in prima anche se presentava un ritardo nello sviluppo del linguaggio, dovuto al bilinguismo, il bambino ha competenze adeguatissime in tutte le altre aree, spazio temporali, di coordinazione oculomanuale, memoria ed attenzione. Le ho comunque consigliato di effettuare una consulenza Neuropsichiatrica o Foniatrica per avere certezza delle abilità del suo bambino, prima di decidere cosa fare.
Detto ciò a mio avviso in questo caso la lettoscrittura diventa uno strumento in più a supporto dell’acquisizione del linguaggio verbale, quindi il mio parere è favorevole in merito all’inserimentoma in prima elementare.
Un secondo caso è un bambino fortemente immaturo effettua terapia logopedica e psicomotoria ha una forte ansia prestazionale, piange anche se deve fare degli esercizi con la lingua per impostare le lettere che non pronuncia berne, presenta tratto grafico immaturo, non riconosce tutti i grafemi e non ha acquisito la sintesi sillabica, che prima dell’inserimento in prima elementare, considerando il metodo globale che si adopera nelle scuole per imparare a leggere è obbligatorio che sia appreso nell’ultimo anno di scuola materna.
La mamma lo ha iscritto in prima elementare ovviamente senza insegnante di sostegno, da aggiungere che a volte quando parla non si comprende nulla, in questo caso è a mio avviso un grave errore mandare questo bimbo in prima elementare perchè è troppo svantaggiato, non ha le competenze nè la maturità per affrontare il percorso scolastico che lo attende….
Anche se gli specialisti ed i terapisti hanno esperesso parere contrario i genitori hanno deciso differentemente, quindi a noi non rimarrà che limitare i danni.
Il terzo caso è una bambina con un deisturbo del linguaggio ed un ritardo cognitivo lieve, in questo caso anche se ci sono dellle difficoltà oggettive i medici ed io in accordo totale con loro, abbiamo consigliato di inserire la bambina in prima elementare con il sostegno scolastico.
La bambina durante quest’anno, non ha svolto il regolare programma ed è indietro rispetto ad i suoi coetanei ma mantenendo rapporti con i bambini della sua età ha sviluppato competenze linguistiche e modalità comportamentali molto più adeguate, per questo motivo ritengo che sia stato un bene farle frequentare la prima elementare.
Nei tre casi evidenziati ho voluto descrivere difficoltà molto differenti per dare un’idea in merito alle considerazioni da fare prima di inserire un bambino in prima elementare, ritengo che fornire gli strumenti più idonei per far sì che il percorso scolastico possa essere agevole per i bambini sia il compito principale di tutti coloro che operano nel settore della riabilitazione e dell’istruzione.
Cobn questo piccolo articolo non intendo assolutamente risolvere una questione così complessa…. è un sassolino nel mare…. solo per dare un’idea su cui riflerttere…
sarò lieta di ricevere un commento o informazioni in merito ad esperienze differenti dalle mie…. Grazie!
Salve, sono Sara e svolgo la professione di logopedista.
Uno dei problemi che il bambino già poco strutturato, potrebbe trovare nella scuola Primaria, è la scarsa competenza degli insegnanti, purtroppo, fattore non raro o per meglio dire, un paradosso di questi tempi con tutte le “formazioni” in più che un insegnante può ricevere rispetto gli anni passati.
Oggi tutto diventa “complicato” per diversi insegnanti, perché se per es. spieghi loro che forse dal mese di settembre fino il mese di dicembre è un tantinello arduo presentare tutto l’alfabeto nei tre caratteri, con l’aspettativa che poi i bambini riescano pure a creare di pensierini e a scrivere sotto dettature paginate intere, immancabilmente senti replicare:”Questo è il programma e noi seguiamo pari pari il diario delle lezioni” (Ci sono testi dove presentano la lezione del giorno, ma in teoria dovrebbero essere solamente indicativi!).
Arriviamo ai concetti matematici: sempre in prima classe, tutti i calcoli e pure il riporto da memorizzare, nemmeno da poter scrivere sul quaderno!
“Ma la maggior parte della classe ce la fa!”
Questa è un’altra replica che ti vengono a dire.
Mi chiedo allora perché dalla classe terza gli insegnanti degli stessi bambini “fenomeni” iniziano a chiedere certificazioni per presunti casi di DSA!
Sempre più spesso abbiamo intere classi di discalculi e/o di dislessici.
Qualcosa qui nin va!
“Alla fine dei salmi”, nulla di male se un bimbo ancora immaturo inizia il percorso alla scuola Primaria perché gli stimoli nel gruppo dei pari lo aiuteranno molto; ma è anche vero che per tutti gli altri bambini adeguati per iniziare questo nuovo percorso, non sempre gli insegnanti sono altrettanto adeguati e competenti per il ruolo che rappresentano!
Con questa tipologia poi, NON RIESCI A RAGIONARCI, perché a loro basta il certificato per “bollare” (così non hanno il dovere di mettersi in discussione!) un bambino e parliamoci chiaro, spesso questi certificati vengono troppo facilmente rilasciati da alcune A.S.L perché non si vogliono avere troppe rogne con i genitori (i primi a giustificare le difficoltà dei propri figli “grazie” alla dislessia, etc..) e con la scuola!
Triste, ma è così!
Ciao Sara,
sono pienamente in accordo con te, purtroppo oggigiorno
piovono “etichette” insensate…
Non ho mai avuto tante diagnosi di DSA e Dislessia prima d’oggi,
ma ogno mondo è paese, una collega mi diceva che di 10 bambini
che ha in trattamento 8 sono disprassici, stranamente il medico che prescrive ha pubblicato un libro sulla disprassia….
Io lavoro da 15 anni e più non ho mai avuto nessun bambino con questa diagnosi…. Anche quì c’è qualcosa che non và…
Ma torniamo a noi, spesso partecipo agli incontri Asl centro famiglia, devo dire che il più delle volte, quando proponiamo qualche intervento specifico,la risposta degli insegnanti è <>.
Sono rari i casi in cui ci si può rapportare a docenti che vogliono confrontarsi e collaborare concretamente, però spezzo una lancia per quei pochi docenti ingamba che ho incontrato, esistono!!!
Speriamo che le cose cambino, a mio avviso bisogna mettere al corrente i genitori in modo che si attivino….