Il bambino passa dalle semplici conoscenze relative a contenuti alle concettualizzazioni attraverso l’applicazione di processi di attenzione selettiva, di discriminazione, di generalizzazione, di astrazione, di trasfert, di Learning set e di memoria, mediati da interazioni socio culturali e linguistiche, i quali permettono appunto l’acquisizione degli attributi tipici di un concetto e dei rapporti che questi stabiliscono fra loro.
Per quanto riguarda i soggetti con ritardo mentale, dalla letteratura emerge che tendono ad elaborare gli stimoli in modo poco efficace.
Processando l’informazione a un livello superficiale, ne risentirebbero anche i processi di codifica e ciò comporterebbe una minore efficienza nella conservazione dell’informazione e difficoltà nel recuperarla.
Tendendo a basarsi sulle… caratteristiche degli stimoli percettivamente evidenti, spesso nel contesto di carenze linguistiche, presenterebbero delle difficoltà nell’attuare mediazioni semantiche con compromissione del processo categoriale.
Ulteriore elemento critico è la nota difficoltà a trasferire a situazioni nuove quello che si è appreso in precedenza. Infine, ed è quello di cui ci stiamo occupando, si è rilevato che per massimizzare l’efficacia degli interventi di recupero in soggetto con ritardo mentale è necessario innanzitutto sviluppare la capacità di spostare l’attenzione e superare l’inerzia cognitiva, fondamentale ostacolo al manifestarsi della flessibilità necessaria per rispondere appropriatamente ai cambiamenti richiesti dall’ambiente.
Processi discriminativi, fattori percettivi e concettualizzazioneI processi discriminativi sono fondamentali per un’adeguata performance di tipo cognitivo.
Due oggetti possono avere molte caratteristiche in comune, e ciò nonostante può essere necessario rispondere in riferimento a ciò che li differenzia, e, in effetti, con discriminazione si intende il processo per cui si risponde in modo diverso a stimoli simili.Al suo livello base l’apprendimento discriminativo consiste nel classificare degli oggetti o degli eventi sulla base di proprietà direttamente percepibili, come la grandezza, la forma, il colore.
Non sempre però i processi di discriminazione e di generalizzazione si basano sulla somiglianza degli attributi fisici, ma come nel caso delle discriminazioni complesse gli attributi rilevanti degli stimoli sono di tipo relazionale.
Nello sviluppo di discriminazioni di tipo relazionale il rinforzo gioca un ruolo importante: per un bambino che ritiene che sia un “pinguino” che un “passero” siano “uccelli” e facile che la conseguenza sia gratificante; viceversa l’assenza di rinforzo quando chiama “uccello” un “pipistrello” lo aiuta a riflettere, a raffinare la discriminazione e la costruzione concettuale e quindi a distinguere meglio fra le due classi.
Non sempre è possibile incontrare degli esemplari di una particolare classe, ad esempio gli animali selvaggi, a ciò va aggiunto che la semplice esposizione agli esemplari non comporta necessariamente un corretto apprendimento del relativo concetto.
Nell’ apprendimento concettuale è fondamentale il ruolo mediativo di una persona concettualmente competente che sia in grado di far emergere gli aspetti criteriali, di far sviluppare dei confronti, di correggere e di confermare la risposta adeguata.
Il linguaggio rappresenta dunque un fattore determinante nell’apprendimento dei concetti: sia perché l’adulto interviene attraverso il proprio comportamento verbale, sia perché il bambino deve imparare anche a chiamare con lo stesso nome degli stimoli diversi. Inoltre, in generale, gli individui imparano a rispondere a specifici stimoli non isolati ma in relazione con altri.
Nel prossimo post, seguiranno degli esempi di intervento…..