L’audimutismo è un patologia molto rara caratterizzata da un grave ritardo del linguaggio anche se non si evidenziano lesioni uditive, neurologiche ed intellettive che si possano dimostrare.
Il bambino audimuto non parla, ma al contrario di quanto si pensa non è sordo; presenta, però, frequentemente una compromissione dell’informazione acustica che distorce tutte le informazioni che gli vengono dal mondo esterno .
Tutto ciò rende il bambino audimuto aggressivo, diffidente, irrequieto, oppositivo e ansioso.
E’ importante sapere che l’audimutismo si differenzia dai ritardi semplici del linguaggio soprattutto sul versante quantitativo che qualitativo; inoltre elemento importante è che, in tale sindrome, si denota la presenza-persistenza… del disturbo anche oltre il quarto-quinto anno di vita del bambino .
Tutte queste considerazioni ci fanno capire come è difficile programmare un piano riabilitativo: per prima cosa bisogna adeguarsi al paziente, poi bisogna valutare le difficoltà del bambino a percepire il messaggio verbale ed, in seguito,bisogna tradurlo in atto motorio.
Per tanto bisogna stimolare l’interesse e l’attenzione del paziente affinchè l’informazione data venga sviluppata ripetutamente fino ad essere interiorizzata.
Per raggiungere tali obiettivi , si dovranno stimolare e si dovranno usare tutti i canali di informazione quali tatto, udito, olfatto e vista attraverso esercizi di riconoscimento e di discriminazione,
questo soprattutto quando si andranno a impostare i suoni .
Indispensabile è aggiungere che questi bambini hanno bisogno , in un primo momento e per lungo tempo , di una terapia individuale; senza dimenticare, però, che la “vita di gruppo” è importante per stimolare sempre di più l’interesse del bambino.
Necessario , per il buon esito della terapia riabilitativa e per il successo del bambino è il coinvolgimento familiare e scolare.
L’audimutismo, detta anche sindrome comunicativa, non si recupera completamente nel senso che restano residui di disturbi della personalità, della socializzazione , del comportamento, dell’apprendimento scolastico e nelle ipotesi peggiori vere e proprie psicosi e nevrosi.