Per alcuni bambini, apprendere è davvero una faticaccia; lo diventa ancor di più quando chi c’è difronte non si rende conto di una “reale” difficoltà; etichettandolo come “pigro, svogliato ecc”.
E’ come se una persona che non sa cucinare, dovesse mettere in opera una ricetta complicata… Andrebbe in panico di sicuro!
E’ importante saper riconoscere che tipo di errore commette il nostro bambino pre rendersi conto
della competenza ortografica in relazione all’età anagrafica.
Parliamo di un bimbo di prima elementare, dovrebbe avere sicuramente un tratto grafico chiaro e leggibile, in ortografia potrebbe commettere errori di doppie di accenti, ma questo non costituirebbe… un ” disturbo di apprendimento” poichè potremmo classificare questi errori relativi a corrispondenze del parlato e della srcittura non ancora ben consolidate; lo stesso bambino però non dovrebbe commettere errori nello scrivere e leggere digrammi e trigrammi ( esempio: ca, co, cu, sono digrammi; chi, che, sono trigrammi).
Dalla terza elementare, gli ipotetici errori rientrano nell’inaccuratezza nello scrivere, quindi è da tener presente che potrebbe bastare un piccolo allenamento su quegli errori, per farli interiorizzare al nostro bambino ed evitare che li commetta ancora.
Se così non fosse bisognerebbe effettuare una valutazione più approfondita per comprendere da cosa scaturisce lo sbaglio ed elaborare un progetto di recupero appropriato.
E’ importante prestare attenzione, ma il mio articolo non vuole essere allarmista, credo che sia opportuno rapportarsi in modo giusto con i nostri bambini, ma soprattutto credo che il nostro compito sia di comprendere le difficoltà e dare aiuto nel modo più appropriato ognuno nel modo e nella forma che gli competono.
Una buona “alleanza” tra genitori , insegnanti, e terapisti rimane a mio avviso l’unica formula vincente!