Già la pronuncia delle prime parole è l’evidente segno di una avanzata attività classificatoria del pensiero infantile, che
presuppone la capacità di notare somiglianze e differenze fra dati percettivi e di usare i risultati trovati per raggruppare sotto lo stesso nome elementi a volte anche assai differenti; ad esempio, chiamare “cane” sia un bassotto che un alano.
Il linguaggio media e facilita al bambino la presa di coscienza dell’attività classificatoria del suo pensiero, chiarendogli come operare raggruppamenti in base ad una molteplicità di criteri e come questi ultimi dipendano in ultima… analisi da una scelta fatta dalla sua stessa mente.
Prima di far affrontare ai bambini attività di classificazione è opportuno verificare fino a che punto ognuno di loro sia in grado di evocare in modo rapido e fluente il nome di oggetti della vita quotidiana e di descriverne azioni, funzioni, parti e attributi in presenza dell’oggetto da esplorare e manipolare.
Soprattutto con i bambini più piccoli meno abituati a parlare è indispensabile iniziare a denominare mediante l’uso diretto e la successiva classificazione di oggetti reali.La presenza dell’oggetto e la possibilità di esplorarlo soddisfa il grande bisogno di azione deel bambino, mentre la descrizione verbale dilata e approfondisce la conoscenza del mondo che lo circonda consentendogli anche in futuro una rapida rievocazione.
Con questa attività si aiutano i bambini a padroneggiare gradualmente la funzione euristica del linguaggio, tappa obbligata per il passaggio dall’azione alla riflessione.La capacità di , basandosi su dati concreti rilevati attraverso l’esplorazione diretta e la manipolazione, è solo un primo passo.