Il primo passo in qualsiasi programma per lavorare sull’articolazione è sempre decidere da dove iniziare…
I logopedisti di solito usano test standardizzati o Test di articolazione per determinare da quali foni iniziare il programma di riabilitazione. Ma è molto importante considerare quali sono i suoni che il bambino può pronunciare senza troppe difficoltà, in base alle sue capacità articolatorie (ossia di pronuncia), è fondamentale comprendere bene quali siano gli errori linguistici per fissare i nostri obiettivi.
Quindi dopo aver… determinato quali sono i suoni su cui bisogna lavorare è importante avere un foglio che ci metta in evidenza tutte le lettere pronunciate male mediante uno schema che viene definito Bilancio fonetico:
questo schema raggruppa tutti i foni (le lettere) della nostra lingua, in vari gruppi che sono :<< occlusivi, fricativi, affricati , nasali, liquidi e vibrante, sotto ogni gruppo ritroviamo le lettere che vi appartengono ogni coppia di lettere è formata da consonanti simili, cioè che hanno come differenza la loro “sonorità”,
per esempio “p-b” sono due consonanti occlusive bilabbiali, poichè fanno parte del gruppo dei foni occlusivi e per produrle bisogna chiudere ler labbra, la differenza tra i due foni è che “p” è un fono “sordo” mentre “b” è un fono sonoro,
infatti se posizionate la mano sulla vostra gola e producete le due lettere quando direte “b”, potrete percepire con la mano la vibrazionbe delle corde vocali che nè determina la sonorità. Per scoprire i difetti di pronuncia del tuo bambino in base alla sua età clicca qui
Dopo ogni valutazione per me è importantissimo evidenziare sullo schema del bilancio fonetico, tutte le lettere pronunciate male, per poter avere un quadro chiaro della situazione, poi sono pronta ad iniziare la terapia.
I genitori possono dirci di solito quali sono le difficoltà di linguaggio del proprio bambino, tuttavia può essere più difficile per un genitore sapere quali sono le lettere che dovrebbe conoscere per la sua età e da dove iniziare per aiutare il bambino a correggere il suo linguaggio.
Durante il counseling con i genitori nel quale si evidenziano i difetti di pronuncia del loro bambino mi è sempre molto utile avere lo schema del bilancio fonetico sul quale solitamente evidenzio le difficoltà fonetiche cerchiandole, mi piace mostrare in modo chiaro quali sono le difficoltà e poter pianificare il lavoro fornendo anche un’ idea del tempo necessario per ottenere risultati.
Supponiamo che un bambino di 4 anni presenti un bilancio fonetico come quello dell’immagine sottostante: (scusatemi per l’imprecisione dell’immagine non sono molto brava 🙁 )
Tutte le lettere cerchiate sono quelle pronunciate male, l’idea che vorrei passasse adesso è che i foni occlusivi sono i più semplici da impostare solitamente, quindi con questo ipotetico bimbo, dovrei lavorare prima sulla /t/ poi sulla /d/, scendendo /k/,/g/ e poi passare al gruppo dei foni fricativi.
Però se durante la valutazione mi accorgo che per il bimbo è semplice soffiare io inizierò il lavoro dall’impostazione della lettera /f/ per rendere il compito più semplice al bambino.
Spiego sempre ai genitori come dovrebbe essere l’acquisizione spontanea della pronuncia delle varie lettere e che i suoni del primo gruppo, ossia gli occlusivi, sono i primi suoni che appaiono nello sviluppo del linguaggio, non è un caso che le parole mamma e papà in tutte le lingue siano composte da suoni simili, proprio per la semplicità con cui possono essere riprodotti.
Se ci sono molti cerchi rossi (che evidenziano l’errata pronuncia) per tutti i suoni del gruppo di foni occlusivi, e non si evidenziano durante l’osservazione particolari abilità del bambino che possano favorire la pronuncia di altre lettere, è chiaro che seguire lo schema fonetico è il modo migliore per iniziare un buon lavoro.
Quindi si partirà con il lavoro per l’impostazione fonetica dei foni occlusivi poi si passerà ai fricativi, affricati, nasali, liquidi ed infine fono il vibrante /r/ che è l’ultimo ad essere acquisito per la sua complessità.
Il passaggio da un gruppo di lettere al successivo deve essere graduale e sopratutto non si può passare ad una lettera nuova se non si acquisisce quella su cui si sta lavorando. Quindi se stiamo facendo pronunciare la lettera /T/ correttamente, non passeremo alla /d/ finchè /t/ non viene pronunciata sempre bene.
Un passaggio molto importante è l’automatizzazione della pronuncia corretta, molto spesso i bambini imparano a pronunciare correttamente una lettera, durante l’esecuzione degli esercizi o mentre ripetono le parole e le frasi, però nel loro linguaggio spontaneo conservano l’articolazione errata,
questo accade perchè per loro è sicuramente più veloce e più semplice mantenere le abitudini linguistiche, quindi è indispensabile che gli adulti li aiutino a maturtare questo passaggio, correggendoli e chiedendogli di ripetere le parole nel modo giusto per far si che cambi il modo in cui si esprimono naturalmente.
Come ho già accennato in precedenza lo schema del bilancio fonetico è destinato ad essere utilizzato come guida per la selezionare gli obiettivi per lo sviluppo del linguaggio. Se vuoi lavorare con il tuo bambino per aiutarlo nella pronuncia clicca quì
I logopedisti quando effettuano una valutazione del linguaggio osservano l’aspetto foneticho, lessicale semantico e morfosintattico del linguaggio, quindi oltre alla pronuncia delle lettere devono tener conto del modo in cui formano la frase, della grammatica, e della conoscenza in generale dei vocaboli, ossia quante parole conoscono in base all’età anagrafica.
Una volta che ho descritto i miei obiettivi terapeutici ai genitori, io uso il foglio del bilancio foneticodi per monitorare i progressi del bimbo e per avere una traccia di quali sono gli obiettivi su cui lavorare successivamente.
Un altro strumento molto utile per avere una traccia del lavoro che si sta svolgendo in ogni seduta di terapia è quello di scrivere il “diario di terapia”: scrivo la data della seduta di terapia, l’obiettivo sul quale si è lavorato e in che modo il bambino ha eseguito gli esercizi durante la sessione.
Quando un bimbo passa ad un obiettivo successivo creo un nuovo foglio di bilancio fonetico per avere il nuovo scema sempre aggiornato.
Avere uno schema semplice per monitorare i progressi e comprendere come procedere è per me molto importante per fissare nuovi obiettivi per l’articolazione e per la verifica dei progressi. Spero che rendono utilizzare questo schema renda il compito più semplice anche per voi, in modo che tutti possano concentrarsi sulle cose importanti, aiutare i bambini a parlare bene!
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