Lo spunto dell’articolo di oggi l’ho preso da una situazione a me familiare, ho conosciuto un bellissimo bambino “furbetto” come pochi al mondo, devo dire che il mio “occhio clinico” non si è soffermato su di lui neanche per un istante,
la mia amica però mi ha fatto tante domande, che a me son sembrate strane, ma poi riflettendoci su ho pensato che le sue domande sono uno spaccato delle preoccupazioni delle mamme delle zie ecc, quindi le più normali che ci possano essere.
Io a volte dimentico che le percezioni di una situazione differiscono in base… alla conoscenza che si ha di quell’evento, questo a mio avviso è valido per qualsiasi cosa accada…
Ma veniamo a noi il mio “bimbetto furbo” che chiamerò Carlo (nome di fantasia), ha due anni e dice poche parole, gioca da solo ma non ha ecolalie (l’ecolalia è una ripetizione cantilenata di parole o parte di esse tipica del neonato quando nelle prime fasi dello sviluppo del linguaggio ripete per sperietnare i suoni),
non ha steroptipie motorie (gesti inconsueti, degli arti, frequentemente si manifesta un movimento continuo e repentino delle mani), ha un buon contatto oculare (guarda l’interlocutore se gli occorre qualcosa o vuole qualcosa che ha l’adulto sa che deve guardare l’oggetto e la persona).
A volte si guarda allo specchio e ride…. Non è un problema, credo di aver giocato allo specchio più volte con i mie nipoti facendo le smorfie “toctoc”, lì ho anche visti giocare da soli allo specchio ma non è detto che sia sinonimo di “diversità” infatti sono tutti sani e belli!
Il contatto oculare è un’abilità comunicativa sociale che si acquisisce naturalmente e che se non si sviluppa crea forti carenze relazionali.
La difficoltà consiste nel rompere gli schemi che il bimbo ha creato, quindi se indica ciò che vuole non deve ottenerlo, dovrà richiedere verbalmente le cose, altrimenti non compirà mai lo sforzo necessario, la motivazione è alla base di ogni apprendimento, ne sono certa l’ho sperimetato su me stessa, per golosità ho imparato a fare i dolci!!!
Insomma per apprendere i bambini devono essere intressati alle cose, con un bimbo pigro secondo me la prima cosa da fare è l’iserimento precoce a scuola magari anche per 3-4 ore al giorno, ma le stimolazioni che offrono i coetanei sono insostituibili.
La differenza tra un bimbo furbo un bimbo viziato o ineducato ed un bimbo con reali difficoltà non è semplice da comprendere per chi non è del campo, sembrano tutti uguali, ma in realtà sono le cose che fanno che ci aiutano a capire se c’è o meno un problema,
un bimbo con reali difficoltà si presenta ingestibile, non si calma neanche con la mamma, è incontenibile fuori dalla sua casa si disorienta cerca le sue cose in modo ossessivo non è facile da consolare, non comprende il rimprovero ma sopratutto non riesce nelle cose che i suio coetanei fanno con facilità,
per esempio un bimbo di due anni gioca con le costruzioni tranquillamente un bambino con ritardo o con “disarmonia evolutiva” sicuramente non lo fa, probabilmente farà roteare la costruzione portandola davanti agli occhi ….
A mio aviso in merito alle difficoltà logopediche in generale siamo passati da un atteggiamento lassista ad un iperallarmismo, venti anni fa le scuole difficilmente segnalavano problematiche nei bambini, oggi abbiamo tantissime segnalazioni ,
in ogni caso gli eccessi sia nell’uno che nell’atro modo sono errati, bisogna indagare sicuramente essere attenti ma non vivere con l’ansia di difficoltà che possono presentarsi perchè i bambini sentono ed immagazinano le nostre paure e le riportano nella loro esperienza di vita.
Questo è davvero un piccolo spunto di riflessione, molto sintetico, che spero possa servire a qualche mamma a tranquillizzarsi sull’evoluzione del proprio bambino, lo dico frequentemente e continuo a ribadirlo perchè ne sono fermamente convinta,
ogni bambino ha il suo disegno di sviluppo e di crescita, ognuno ha le sue peculiarità caratteriali, noi possiamo tracciare un percorso immaginario che deve avere ampi margini per consentire l’individualità di tutti… Non vi è una sola strada percorribile ma ci sono infiniti percorsi, alcuni più tortuosi di altri l’importante è raggiungere il traguardo!
Se vorrai lasciare un tuo commento o darci altri spunti di riflessione nè saremo entusiasti, grazie!