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Come porre le basi per sviluppare il Linguaggio del Bambino (uno di due)

22 Luglio 2013 Lascia un commento Scritto da Dott. Roberta Riccio

sviluppare il linguaggio nel bambinoAnni fa ho letto un libro che mi ha  affascinata non nè ricordo precisamente il titolo era scritto  da  un trio di ricercatori Americani .

A quel tempo, ero semplicemente interessata a come i bambini imparano a conoscere ed esplorano il loro mondo, ma non davo peso a come si svolgevano  gli esperimenti, e soprattutto di come l’apprendimento poteva  avere un impatto incisivo sulle competenze  dello  sviluppo intellettivo.

Non mi rendevo conto della misura in cui le interazioni con la famiglia, gli operatori sanitari… la società e la cultura potessero delineare la direzione del futuro di un bambino.

Oggi , che ormai lavoro da anni  come logopedista e sono più consapevole della miriade di fattori che danno forma alle competenze di un bambino, aspetto cognitivo, socio-affettivo, il linguaggio, e lo sviluppo di alfabetizzazione, sono stata molto felice di scoprire di più dal lavoro di Kuhl.

Così, mi sono documentata  sulle sue ricerche sulle ” Competenze linguistiche “, e di seguito sono riportati alcuni punti che ritengo salienti, in merito a domande che non mi ero posta anni fa ma che oggi hanno scatenato in me tanta curiosità…

Chi è Patricia Kuhl? Come il suo lavoro ha rimodellato la nostra conoscenza su come i bambini imparano la lingua?

Kuhl, co-direttore della University of Washington Institute for Learning and Brain Sciences, è stato riconosciuto a livello internazionale per la sua ricerca sul linguaggio precoce e lo sviluppo del cervello, e per i suoi studi su come i bambini imparano.

Nei suoi esperimenti di ricerca più recenti, lei ha adoperato la magnetoencefalografia (MEG) , una tecnologia relativamente nuova della neuroscienza che misura i campi magnetici generati dalle attività delle cellule cerebrali, per studiare, sui neonati,  come e  dove,  dove e con quali  frequenza di tutto un discorso i processi di riconoscimento del suono si attivano  a livello  cerebrale quando i bambini ascoltano gli adulti che parlano nelle loro lingue native o in altre lingue.

Non solo la ricerca di Kuhl ha evidenziato come i bambini imparano a elaborare i  fonemi, le unità di suono di cui molte lingue sono costruite, ma è parte di un insieme più grande di studi sui neonati, di varie lingue e culture,  che ha rivoluzionato la nostra conoscenza in merito allo  sviluppo del linguaggio.

Nel corso dell’ultima metà del 20 ° secolo,  Kuhl introduce  una  documentazione, sull’acquisizione del linguaggio,  scritta per gli Atti della National Academy of Sciences, “una nuova visione dell’ acquisizione del linguaggio, che rappresenta  lo stato iniziale della conoscenza linguistica nei bambini, e la straordinaria capacità dei neonati di apprendere semplicemente ascoltando la loro lingua madre “.

Cos’ è la neuroplasticità  perchè è alla base dello sviluppo del bambino?

I bambini nascono con 100 miliardi di neuroni, abbiamo circa lo stesso numero di stelle nella Via Lattea. In “The Whole Brain Child,” Daniel Siegel e Tina Payne Bryson spiegano che quando subiamo una esperienza, queste cellule cerebrali rispondono attraverso cambiamenti nei modelli di attività elettrica-in altre parole, i segnali elettrici chiamati “fuoco” oppure “potenziali d’azione.”

Nei primi anni di vita di  un bambino, il cervello mostra straordinaria neuroplasticità, affinando i suoi circuiti in risposta alle esperienze ambientali. Le Sinapsi sono i luoghi di comunicazione tra neuroni e si costruiscono, so rafforzano, si indeboliscono  secondariamente alle necessità.

Dal momento che i circuiti cerebrali si organizzano e si riorganizzano in risposta alle interazioni di un bambino con il suo ambiente, esponendo i bambini a una varietà di esperienze positive (come il parlare, fare le coccole, leggere, cantare e suonare in ambienti diversi),

non solo aiutano i bambini ad apprendere la lingua della loro cultura, ma costruiscono anche le basi per sviluppare l’attenzione, le competenze cognitive, la memoria, lo sviluppo socio-emotivo, le competenze di alfabetizzazione, e le capacità sensoriali e motorie che li aiuteranno a sviluppare il loro potenziale in seguito.

Quando e in che modo i bambini diventano “ascoltatori di una lingua”?

Kuhl nel suo trattato del 2011, “Il genio linguistico dei bambini”,  discute su come i bambini sotto gli 8 mesi di età provenienti da diverse culture siano  in grado di rilevare i suoni in qualsiasi lingua del  mondo, cosa che gli adulti non possono fare.

Quindi alla nascita i bambini possono essere “cittadini del mondo”, apprendere qualsiasi lingua,  come ha evidenziato  Kuhl , possono decodificare qualsiasi lingua, ma successivamente il loro apprendimento è specificamente incentrato sulla lingua alla quale sono esposti.

Questo passaggio avviene tra gli 8-10 mesi di età, cioè quando i bambini stanno cercando di padroneggiare i suoni usati nella loro lingua madre, ed entrano in un periodo critico per lo sviluppo del suono.

Kuhl spiega che in una serie di esperimenti, ha confrontato un gruppo di bambini in America ed in Giappone , evidenziando  la differenza del riconoscimento tra i suoni “/Ra  /” e “/ La /”.

Tra 6-8 mesi, i bambini in entrambe le culture hanno riconosciuto questi suoni con la stessa frequenza. Tuttavia, entro 10-12 mesi, i bambini a Seattle, Washington, erano molto più bravi a rilevare la differenza tra i suoni  “/Ra/-/La /”  rispetto  ai bambini giapponesi.

Kuhl spiega questi risultati suggerendo che i bambini “carpiscono ciò che gli è più familiare”,riconoscono i suoni della loro lingua nativa.Infatti dato che i suoni “/ Ra /” e “/ La /” sono decisamete più ricorrenti  in lingua inglese, i bambini americani hanno riconosciuto questi suoni molto più spesso rispetto ai  bambini giapponesi.

Kuhl ritiene che i risultati di questo studio indicano un cambiamento nello sviluppo del cervello, nell’evoluzione del bambino la plasticità cerebrale si modifica così i bambini provenienti da ogni cultura si preparano per la propria lingua e diventando ascoltatori “della loro lingua madre”.

Non perdere la seconda parte dell’articolo …… Ciao!

 

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