I difetti di pronuncia possono avere cause di vario genere ma nella maggior parte ei casi sono risolvibili con pochi mesi di terapia, a volte però capita che un bambino con difficoltà di pronuncia sia prossimo all’inserimento i prima elementare.
Considerando sempre che non possiamo generalizzare, poichè ogni bambino differisce dall’altro quindi bisogna avere ben chiaro il quadro clinico, ovviamente è necessario confrontarsi con il foniatra e fare gli appositi test di valutazione che… ci aiutano a comprendere se ci sono i prerequisiti per far sì che il bambino apprenda con failità, io per questo scopo, utilzzo il CMF, è un test molto semplice che si somministra rapidamente, consente di valutare lo sviluppo delle competenze metafonologiche, che costituiscono un importante predittore per l’apprendimento della lettura e della scrittura,
le prove da svolgere indagano la capacità di discriminazione fonologica di fusione ed elisione, di manipolazione del materiale sillabico e fonemico consentendo di ottenere un profilo del bambino di grande utilità per favorire un’attività di prevenzione delle difficoltà scolastiche.
Quindi quando ci sono i giusti presupposti il bambino con l’inserimento scolastico può migliorare il proprio linguaggio, ancora non completamente corretto, quindi potremmo ritrovarci con un piccolo che ha effettuato il suo percorso logopedico ma quando parla spontaneamente commette ancora errori di pronuncia, però è capace di autocorreggersi se richiamato.
In questo caso con l’accesso alla lettoscrittura, il supporto grafico, quindi poter vedere la lettera leggerla in sillabe e poi in parole aiuterà il bambino a rinforzare la sua pronuncia e modificare il suo eloquio spontaneo, quindi parlerà bene senza altri interventi logopedici.
Per comprendere come sia meglio procedere è bene confrontarsi con uno specilista, poichè si potrebbe sia interrompere il trattamento logopedico e rivedere il bambino dopo il primo trimestre di scuola, sia continuare la terapia per i primi mesi e poi sospendere.
Credo che il modo in cui procedere dipenda molto dal percorso effettuato dal bambino…
se ci ritroviamo con un bambino stanco del trattamento, che mal volentieri accede in terapia e collabora poco, ma ben seguito dai familiari, allora si può pensare di interrompere il trattamento e riederlo dopo il primo periodo di scuola, mentre se stiamo lavorando con un bambino che collabora bene e deve solo perfezionare il suo percorso si può pensare di proseguire il trattamento per il primo trimestre e poi sospendere .
Lavorare “per forza” con un bambino che ha un percorso lungo di terapia non sempre è produttivo a volte anche una piccola pausa da la possibilità di staccare la spina e di poter riprendere succesivamente con maggiori risultati.