Talvolta non diamo tanta importanza a ciò che facciamo naturalmente, in modo inconsapevole, guardare chi interagisce con noi verbalmente è un meccanismo automatico che in soggetti adulti può essere influenzato dal carattere di ognuno,
la potenza del canale non verbale sia come comunicazione di emozioni che come scambio emotivo è stata oggetto di molti studi, non solo i nostri occhi inviano dei segnali ma possono essere più comunicativi delle nostre parole.
Solitamente quando parliamo con… un bambino noi siamo spontaneamente portati a guardare il suo viso, ma viceversa non è detto che un bambino sia molto interessato al suo interlocutore, quindi può dirigere il suo sguarso in qualsiasi altra direzione piuttosto che guardare chi gli sta parlando….
Questo comportamento “disattentivo”, che i bimbi attuano in modo naturale perchè sono spontaneamente attratti da altro, può interferire negativamete sullo sviluppo del linguaggio, poichè mancando il conatto oculare i bambini non osservano il punto ed il modo in cui vengono pronunciate le parole e hanno meno input per apprendere come pronunciare i suoni in modo corretto,
ovviamente non possiamo mai generalizzare, non è detto che un bambino che non osservi o che non abbia uno sguardo puntato sul suo interlocutore debba per forza avere delle difficoltà di linguaggio!
Fatta questa doverosa premessa supponiamo, per esempio, che il bimbo che chiameremo Alessio (nome inventato) parli in modo non proprio idoneo rispetto alla sua età cronologica, e sia un bimbo “iperattivo” che non presta attenzione alle persone ed alle cose intorno a lui che non porta a termine un gioco, cambia spesso attività e salta come un “grillo” di quà e di là…
Come si fa ad aiutare alessio???
La prima cosa da fare con qualunque bimbo abbia bisogno di un aiuto è insegnargli a guardarci in viso, il richiamo verbale coadiuvato da un “dolce gesto” che congiunga lo sguardo del bambino al nostro sono i modi migliori per fargli comprendere cosa gli chiediamo, contemporaneamente al richiamo vrbale “Alessio guardami” dirigiamo lo sguardo di Alessio in modo corretto,
ovviamente i rinforzi positivi aiuteranno il bambino ad attuare la modalità comportamentale che gli richiediamo, quindi gli elogi verbali se è più grandicello o dei piccoli premi se è più piccino (tre anni) saranno molto utili per consolidare il comportamento corretto.
Una volta ottenuto un buon aggancio visivo possiamo ritagliare con lui dalle riviste una serie di immagini ed incollarle su un quadernone, selezionando le parole che Alessio non sa dire bene cercando di aiutarlo a pronunciarle, possiamo tentare di iper articolare i suoni, quindi saremo noi a dire quella lettera in modo più accentuato per far sì che possa ripeterla con più semplicità.
Giocare con un bambino in modo costruttivo è sempre lo strumento più utile che si possa utilizzare per favorire lo sviluppo del linguaggio, quindi condividere giochi tipo il memory opure costruire insieme un puzzle descrivendolo, giocare alla tombola degli oggetti,
bisogna tener presente che i bambini sono spugne assorbono tutto ciò che noi gli diciamo e lo interiorizzano trasformandolo in conoscenza che apliano nel corso della loro evoluzioe quindi più li stimoliamo e maggiori saranno le loro competenze!