Prima di parlare del bambino sordo, vorrei fare un distinguo tra educazione e rieducazione .
Parliamo di educazione quando il bambino viene protesizzato entro l’anno di vita, quindi non riporta gravi compromissioni nel linguaggio e nel comportamento, nè tantomeno presenta turbe neuropsicologiche associate.
Per rieducazione, intendiamo quando, la diagnosi viene effettuata tardivamente, ed il bambino di conseguenza non ha acquisito il linguaggio, o lo ha strutturato in modo limitato, con presenza del gesto referenziale e di dinamiche comportamentali inadeguate, che andranno modificati con la rieducazione.
Una volta applicata la protesi il primo intervento va fatto con i familiari, andrà spiegato che la protesi consente al bambino di udire i suoni ma comunque vengono trasmessi i n modo diverso, non sente in modo normale.
Detto ciò si lavorerà sopratutto con… la mamma, che dovrà” recuperare” con il suo bambino le stimolazioni percettive, uditive, tattili, mediante il gioco e l’esplorazione degli spazi.
Quindi tenendolo in braccio lo cullerà gli canticchierà canzoncine, si metterà carponi con lui esplorando gli spazi della casa giocando a “cucù” per esempio, gli parlerà guardando il suo viso facendogli percepire l’intonazione della propria voce, insegnandogli a percepire la differenza del tono, scoprendone la valenza comunicativa, per esempio un tono interrogativo, da un tono esclamativo, da un rimprovero!
In riabilitazione, un gioco effettuato nel setting di logopedia per fornire una stimolazione sonora è quello di riconoscere i suoni, con vari strumenti, il tamburo è quello solitamente percepito da tutti con maggiore semlpicità, quindi sarebbe preferibile usarlo per poco e poi cambiare.
Si può scegliere di far costruire una torre per esempio potendo aggiungere i pezzi dopo il suono, lo stesso per giochi ad incastro o piccoli puzzle, in questo modo il nostro bambino dovrà porre particolare attenzione al suono per proseguire il suo gioco, questo solitamente aumenta la motivazione e la collaborazione all’attività.
Un’altra stimolazione fondamentale è la stimolazione acustica, deve essere il più possibile contestuale bisogna fargli conoscere luoghi differenti e sensibilizzarlo ai suoni dei vari posti , il ristorante, la stazione, la strada, con i motorini le macchine le biciclette ecc, questa è una parte fondamentale per la maturazione della comprensione, che rappresenta l’aspetto più importante della comunicazione verbale.
La lallazione appare in momenti diversi in base alla gravità, è importante stimolare l’evoluzione del linguaggio con giochi in cui ci sono suoni onomatopeici, con parole usate contestualmente, in modo da ampliare il vocabolario del bambino e da insegnargli le prima parole, che userà per comunicare, come: mamma, pappa, ao con il gesto annesso per dire ciao ecc.
La riabilitazione logopedica e psicomotoria coadiuvata da un buon lavoro svolto a casa danno solitamente ottimi risultati.
Un saluto ai tutti interessati di questo argomento,
visto che la dottoressa ROBERTA RICCIO evidenzia l importanza di logopedia ai bimbi da ( 0-2 anni), su questo io come l educatore sordo da anni con questa esperienza coi piccoli attraverso l uso LINGUA DEI SEGNI poi LOGOPEDIA e non viceversa, sennò capirà molto presto la conseguenza che ha combinato.
Di questo metodo danneggierà il benessere psichico ai piccoli sordi e sprecando gli sforzi davvero inutili, la chiedo ROBERTA come una dottoressa priva di pazienza e apertura mentale ai sordi.
CHI NON HA PAZIENZA FAGLIELA FUORI DALLA COMUNITA’ DEI SORDI, senno perde anche lei trascurando i tempi destinati per niente.
UN SALUTO E LASCIA IL VOLERE I BAMBINI SENZA COSTRINGERE SECONDO AL VOSTRO PIACERE
da Michele Caiati
Salve Signor Michele Caiati,
forse il mio articolo non era abbastanza chiaro, io non escludo la terapia dei segni, anzi sono d’accordo che l’intervento debba essere assolutamente il migliore possibile per il bambino, sia esso dei segni, logopedico, psicomotorio.
Il mio articolo , parla della mia esperienza lavorativa ovviamente, dove posso assolutamente affermare che con una tgerapia logopedica e psicomotoria, sono stati raggiunti con un bambino sordo grave, protesizzato a 30 mesi, dei risultati eccellenti, l’ho seguito dai due anni e mezzo ai sei anni,portandolo all’inserimento scolastioco con estrema competenza, seguito dall’insegnante di sostegno.
Ha svolto lo stesso programma della classe.
Non ho potuto seguirlo più perchè ho cambiato sede lavorativa, ma Le assicuro che, basandosi su una diagnosi clinica idonea al trattamento logopedigo l’intervento da i suoi frutti.
Distinti saluti
Roberta Riccio