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Logopedia: riabilitazione del bambino sordo da 2 a 3 anni

6 Maggio 2011 Lascia un commento Scritto da Dott. Roberta Riccio

Il bambino sordo se è protesizzato fin dalla nascita, all’età di due anni già produce alcune parole, sa pronunciare il proprio nome, anche se non perfettamente articolato, ed apprende quotidianamente parole nuove.

Un lavoro molto produttivo da poter svolgere con i familiari può essere svolto mediante l’utilizzo di foto del bambino in vari momenti della giornata, a tutti i bambini solitamente piace l’immagine della propria persona e ricordano il momento in cui la foto è stata fatta, quindi la rievocazione piacevole li invoglia a giocare con noi!

In questa attività si può insegnare a rispondere a domande …del tipo: chi è? cosa fa? dove? con che cosa gioca? cosa usa?

Nel caso della prima domanda si può partire dalla risposta del proprio nome, quindi chiedendo chi è? risponde: Francesco; per poi passare successivamente a domanda: chi è? risposta: IO.

Le foto sono un’ottimo ausilio, quindi si fotograferanno tutti i familiari, le azioni svolte dai familiari, la casa in cui si vive con tutte le stanze, via via sempre di più… Ogni stimolazione rappresenta un’opportunità per lo sviluppo del linguaggio del bambino, l’esperienza diretta, è la migliore opportunità che possiamo utilizzare, per questi bambini io raccomando sempre ai genitori di portarli allo zoo al parco giochi, alle giostre in campo di fiori al supermercato al centro commerciale, dal benzinaio in auto ovviamente…

Insomma bisogna verbalizzare tutto dare al bambino quante più informazioni possibile fornirgli la possibilità di osservare e chiedere  per poter ampliare le sue esperienze e le sue conoscenze, ovviamente bisogna ricordare di adottare con il bambino un modo di parlare estremamentre semplice adatta alla sua età!

La vera differenza nella stimolazione del linguaggio di un bimbo normodotato ed un bimbo con deficit uditivo consiste nell’esposizione alla lettura. E’ scientificamente provato che il bambino è in grado di apprendere la lettura già dai 2-3 anni, la lettura è la capacità di convertire un segno grafico in un suono.

La lettura per un bambino con ipoacusia rappresenta un canale per: comprendere meglio le lettere e le articolazioni, arricchire il vocabolario; favorire l’espressione orale e scritta, porre le basi per lo sviluppo degli apprendimenti scolastici.

Ovviamente l’insegnamento della lettura seguirà un percorso strutturato molto semplice e perseguibile, non deve essere uno stress ma un gioco divertente, se si nota difficoltà da parte dei bambini verso tali attività  è utile posticiparle verso i 4-5 anni.

La preparazione alla lettura viene effettuata mediante giochi di riconoscimento di sillabe in forma verbale e grafica, una volta raggiunta una buona discriminazione della sillaba si comporranno le prime parole, via via si arricchirà la conoscenza inserendo gradualmente le lettere, è opportuno considerare le difficoltà di pronuncia del bambino e partire dalle lettere che produce meglio, pertanto il lavoro deve essere organizzato in modo specifico per ogni piccolo bimbo.

E’ fondamentale presentare una lettera per volta al bambino, la comprensione della lettura, quindi può essere iniziata quando il bambino riconosce al 100% almeno due tre consonanti , in sillabe, una volta acquisite si procederà alla lettura di piccole frasi , presentando le frasi si chiede al bambino chi è? cosa fà?

In caso incontrasse difficoltà si può rappresentare con un disegno il significato della frase. Contemporaneamente può essere iniziato un lavoro di scrittura che seguirà passo dopo passo l’evoluzione delle competenze di lettura.

Credo fermamente che se possibile un lavoro precoce di lettoscrittura e che consenta un’evoluzione migliore nello sviluppo delle competenze del bambino con ipoacusia, in merito alla mia affermazione sei d’accordo? o vedi la risuluzione del problema in modo differente?

 

Prevenzione
ipoacusia, sordo
COME VIVERE CON un paziente afasico? Linee guida per la Famiglia
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