Quando la capacità di comunicazione e di relazione tra uomo e uomo sono compromesse il contatto con l’animale caratterizzato da immediatezza spontaneità assenza di giudizio o critica permette al paziente di superare molti timori e percezioni di inadeguatezza.
La fiducia e l’apprezzamento incondizionato che mostra il cane, favorisce nel paziente lo sviluppo di un senso di sè positivo.
L’aspetto più immediatamente corporeo…
del contatto ha un importante effetto su tutto l’apparato psicomotorio. Giocare con un cane significa essere stimolati a camminare a correre insieme a lui, lanciare e recuperare oggetti,rincorrerlo toccarlo accarezzarlo .
Significa anche relazionarsi con l’animale, tenendolo in grembo, sedendosi o sdraiandosi vicino a lui, sentendo il calore e la morbidezza del suo pelo, apprezzando i colori e gli odori del manto, riuscendo a comprendere le espressioni e i diversi segnali che ci invia di gratificazione, di fastidio, di richiesta, eccetera.
Si tratta di interazioni complesse, che coinvolgono l’apparato motorio percettivo, così come quello emotivo affettivo, che sviluppano la consapevolezza del “proprio essere nel mondo” e del proprio io-corporeo, favorendo l’evoluzione spontanea di capacità e conoscenze necessarie alla relazione.
Il cane é in grado di riconoscere la disabilità della persona con handicap, e riesce prontamente a modulare naturalmente il suo comportamento in modo da rispettare le caratteristiche, esso è in grado di decidere quale comportamento adottare a seconda delle circostanze.
A differenza dell’uomo, però, non da un giudizio di valore su tali diversità: il suo comportamento non è influenzato da pregiudizio o implicazioni morali che possono condizionare negativamente i rapporti con gli umani.
Certi aspetti quali eccessiva salivazione, forti odori, stridii e vocalizzi particolari, stereotipie comportamenti che solitamente generano distanza nel rapporto tra esseri umani-sono elementi abituali nel mondo comunicativo relazionale dei cani e quindi non solo non generano reazioni da rifiuto o fuga, ma spesso, nè catalizzano l’attenzione e l’interesse.
La presenza dei deficit, sensoriali e/o psichici spesso non è d’ostacolo alla comunicazione, in quanto il cane è capace di interagire a qualsiasi livello di gravità del soggetto e lo fa utilizzando soprattutto la corporeità e il linguaggio non verbale.
A livello cognitivo il cane può essere utilizzato per stimolare un bambino a contare le sue zampe o il numero di volte in cui riporta una palla; puó insegnargli a rispettare i tempi di attesa tra un esercizio e l’altro, ecc
A livello motorio il cane può stimolare azioni quali il correre o il lanciare oggetti, può accrescere la consapevolezza dell’intensità del tocco e favorire il coordinamento oculo-manuale, accarezzandolo o porgendogli un biscotto.
L’orientamento spaziale può essere sviluppato prevedendo la direzione in cui il cane correrà per recuperare l’oggetto o individuando la sua posizione rispetto al paziente.
La presenza del cane, a livello della socializzazione intensifica la comunicazione verbale e le interazioni con le altre persone, si tratti dell’operatore, del terapeuta o chiunque partecipi alle attività con l’animale.
Per quanto riguarda l’autonomia, l’acquisizione di capacità di accudimento, anche così semplici come il dare del cibo o pettinare l’animale, rendono il ragazzo molto più sicuro di se e disponibile all’apprendimento di autonomie inerenti alla vita quotidiana e l’autogestione.
La presenza di un forte polo di attrazione come il cane è insostituibile: accentra a lungo l’interesse e aiuta a memorizzare e integrare apprendimenti diversi. Ed è proprio in virtù delle innumerevoli sollecitazioni che nascono con l’animale e che offre a tutti i livelli, fisici e psichici, che il cane diventa un veicolo privilegiato Che consente all’uomo di fare un’esperienza ricca, unica e irripetibile in cui emozioni e conoscenze nascono e si sviluppano in modo spontaneo e naturale.
Concludiamo dicendo che non ci sono pazienti specifici con cui utilizzare la Phet Terapy, l’impiego di tale terapia ha visto esiti soddisfacenti con patologie dell’infanzia e dell’adolescenza, con disturbi sensoriali con disturbi di personalità, disturbi dell’adattamento, disturbi d’ansia e di umore disturbi psichiatrici, con le tossicodipendenze gli immunodepressi i malati terminali, con anziani, con i post comatosi .
È importante però sapere che posso esserci contro indicazioni al suo impiego in particolare con patologie quali ipocondria, disturbo ossessivo-compulsivo, depressione grave, oligofrenia grave, qualsiasi patologia psichica che possa portare al maltrattamento dell’animale e zoofobia.
Altri elementi da tenere in forte considerazione solo la presenza di allergie al pelo degli animali o assenza di interesse per l’animale.
Ovviamente dietro ogni patologia c’è la persona, che è unica e irripetibile ed è quindi importante valutare di caso in caso e programmare interventi individualizzati.
PET Therapy, dunque, non vuol dire prendere un cane o averlo semplicemente accanto, per quanto piacevole possa essere la sua compagnia.
Essa è una disciplina Vera e propria. In quanto tale non è una panacea per tutte le patologie e deve essere applicata dopo attenta valutazione: essa non è universalmente efficace, ossia non è adatta a tutti gli individui e sol esperti professionisti con una specifica preparazione del settore sono in grado di valutare le possibilità e le modalità di impiego .