Oggi l’argomento è critico per quanto mi riguarda, però è un modo per confrontarsi e quindi con piacere scoprirò cosa ne pensi in merito…
Su ciò che sto per scrivere non vi è una scientificità nè tantomeno una regola, se fossi una psicologa magari avrei maggiori testi a cui far riferimento, ma anche oggi parleremo di un’esperienza reale….
Lavoro sia in una struttura convenzinata che privatamente, nel centro di riabilitazione dove sono “dipendente” mi attengo alle regole della struttura, ma non avresti neanche idea di quante persone metterei alla porta, perchè il più delle volte non si comprende che accedere ad un trattamento in convenzione è un privilegio.
Il 70% dei pazienti che…. accedono alla riabilitazione logopedica nella zona in cui io svolgo la mia attività sono bambini, e la maggior parte dei genitori crede che il loro compito finisca accompagnando il figlio a fare la logopedia, se avessimo una bacchetta magiaca magari sarebbe così…. Ma la verità è che la logopedia non ha senso se non ha seguito fuori dal setting terapeutico.
Fatta questa premessa voglio confrontarmi con te raccontandoti cosa mi è accaduto, ho trattato privatamente un ragazzo che ha un disturbo dell’apprendimento ed anche difficoltà di linguaggio, parla molto velocemente e non articola alcuni foni in modo adeguato, chiameremo fittizziamente Andrea il ragazzo in questione,
Andrea poco collaborante e poco motivato al trattamento mi ha dato buca tre volte avvisandomi praticamente nell’orario effettivo in cui doveva già essere in terapia, ho avvisato Andrea sin dal primo appuntamento mancato che se non mi avesse avvisato tempestivamente non lo avrei più ricevuto, ed è stato così dopo la terza buca non ho ritenuto più opportuno lavorare con lui.
Il mio modo brusco ha creato scompiglio in Andrea e nella sua famiglia, non riuscendo a contattare la mamma di Andrea le ho semplicemente inviato un sms comunicando che non ritenevo più opportuno proseguire il trattamento, i genitori di Andrea non mi hanno ricontattata e la storia era finita così, fin quando il papà di Andrea non mi ha richiamata, io gli ho detto senza mezzi termini che non amo perder tempo, che lavoro solo con chi ne ha voglia, perchè la logopedia non è un parcheggio per le coscienze dei genitori e dei figli ma è un trattamento da seguire in modo coscienzioso.
Attualmente se pur volessi non potrei riprendere Andrea in terapia, poichè non ho disponibilità, ma sono davvero molto combattuta sul dafarsi, credo che l’alleanza terapeutica sia cessata e quindi malgrado l’insistenza dei familiari e a loro dire la volontà del ragazzo a riprendere il trattamento non so se sia corretto o meno riprovare poichè è inutile negarlo ormai sono prevenuta nei suoi riguardi…. Per questo credo proprio che non lo riprenderò!
Genitori e colleghi scatenatevi e dite la vostra!!!