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Stimoli discriminativi e contingenza a tre termini (3 di 4)

9 Dicembre 2013 Lascia un commento Scritto da Dott. Roberta Riccio

bambino-che-legge-e1297863383364Al fine di inquadrare concettualmente il training che proporremo, presentiamo una modalità che permette di selezionare nel continuum comportamentale delle sequenze significative.

Per “contingenza a tre termini” si intende una sequenza selezionata dal flusso comportamentale.

SD                          R                           Rinforzo

Il primo evento è costituito da uno stimolo discriminativo SD, esso costituisce l’occasione che favorisce l’emissione di una risposta R. Quando la risposta è emessa ed è seguita da un rinforzo, aumenta la probabilità che… sia nuovamente riemessa in presenza dello stesso SD  (o di uno simile).

Il rinforzo dunque consolida la risposta e la pone sotto il controllo di un particolare SD. Il comportamento tende a correlarsi a certe caratteristiche di un evento che lo precede (ad esempio il colore della luce del semaforo, il tono di voce o le caratteristiche di un fungo); in altre parole, date certe caratteristiche di un evento, in base alle esperienze precedenti, è più o meno probabile che in sua presenza ci si comporti in un certo modo.

Dunque attraverso ripetute esperienze una persona riesce a riconoscere e a comportarsi in modo adeguato rispetto alle differenze che esistono fra i vari eventi (ad esempio, tono di voce dolce verso tono di voce burbero).

Gli stimoli discriminanti riescono ad acquisire valore di “segnale” e precisamente segnalano la conseguenza che si è avuta dopo essersi comportati in un certo modo che ci si può attendere nuovamente.

La funzione di segnalazione non è una caratteristica esclusiva degli oggetti: nel corso dello sviluppo, i genitori, i coetanei, altri adulti e diverse agenzie sociali assumono funzioni segnaletiche in grado di influenzare particolari classi di comportamento. Sono anche in grado di assumere funzioni rinforzanti o punitive, e quindi attraverso feedback, sistemi di premi e punizioni, sostengono alla motivazione e all’autostima o altre modalità, le singole persone, i gruppi di pari, la scuola, la chiesa e le altre organizzazioni sociali, indicano il comportamento corretto atteso.

Inversione degli attributi discriminanti o viceversa alle shift in generale che resta le arringhe definisce L’inversione degli attributi discriminativi  (o reversal schift).  In generale, reversal learning definisce l’apprendimento dalle modificazioni tra gli attributi degli stimoli; fra le modificazioni possibili ci occuperemo dell’inversione degli attributi discriminativi.Inteso come processo, il reversal scift  si riferisce alla capacità di un individuo di prestare attenzione contemporaneamente a diversi attributi di un evento e di attribuire a questi una diversa rilevanza in rapporto ad esigenze ambientali e personali.

Nell’ambito delle ricerche sperimentali su l’evoluzione concettuale, il processo del reversal schift è stato individuato come un fattore in grado di far superare la fase della fissità funzionale di consentire un uso dinamico dei concetti e di permettere la progressione verso forme flessibili e non rigide di pensiero e di costruire quindi uno strumento di adattamento.

In questo ambito, per fissità funzionale del contenuto si intende il comportamento del bambino piccolo o di soggetti con ritardo evolutivo, che considera come assoluti, e non relativi, gli attributi che caratterizzano i concetti e delle loro relazioni.Se il bambino non evolvesse tale comportamento il suo sviluppo cognitivo risulterebbe carente e troverebbe notevoli difficoltà nello sviluppo di operazioni cognitive più complesse.

Le operazioni su cui si basa il processo di riversal schift sono le seguenti:Individuare gli attributi che costituiscono un concetto;determinare su quale continuum siano espressi; sviluppare dei transfert degli attributi da un concetto all’altro, riuscendo arenderli rilevanti o irrilevanti in relazione al contesto.

Il paradigma metodologico del reversal schift  nato per lo studio delle problematiche dell’apprendimento discriminativo, si è evoluto nel tempo come metodologia didattica finalizzata allo sviluppo cognitivo dei bambini, soprattutto con ritardo mentale e carenze da deprivazione culturale.

Prevenzione
Apprendimento, disturbo di apprendimento
Apprendimento concettuale e ritardo mentale (2 di 4)
Tecnica base per la flessibilità dei processi discriminativi nell’apprendimento concettuale (4 di 4)

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