Oggi il mio articolo è uno sfogo sugli strafalcioni che vedo dopo 16 anni di carriera lavorativa, dopo essermi messa sempre in gioco, aperta ai dialoghi essere pronta a qualsiasi confronto, assisto ancora putroppo a scempi incredibili, allora mi domando perchè?
“La verità è che sono arrabbiata”.
Il mio modo di fare nella vita cosi come nel lavoro è lo stesso, mi butto a capofitto e cerco di fare il meglio possibile…ciò non significa che non commetta errori e non è detto che non si possa aggiustare il tiro… ma quello che mi innervosisce davvero e notare tanti “professionisti” che con arti diplomatiche raggirano i genitori con chiacchiere e promesse….
Questo comporta che a pagare sarà un bimbo che diventerà un… ragazzo con un potenziale mal sfruttato!!!
Allora la sola idea che mi balza in mente è PREVENIRE…
Il mio appello è per i colleghi specialisti, facciamo qualcosa tutti insieme e mettiamo alle corde chi non sà ciò che fà, ma “vende solo illusioni e fumo…”
Il nostro lavoro non è una scienza esatta, questo è un aspetto meraviglioso perchè ci dà la possibilità di riinventarci e perseguire un obiettivo in modi differenti, ma il rovescio della medaglia è che l’obiettivo terapeutico può anche essere preso alla larga perdendo del tempo prezioso e relazionandosi con i genitori nel modo che loro preferiscono…
Nessun genitore vuole sentirsi dire che il proprio bambino ha problemi è che si deve intervenire in modo poco ortodosso per ottenere dei risultati…ecco dove trovano terreno fertile determinati personaggi…
Il nostro è un lavoro di coscienza e resposabilità, ci vuole dedizione, amore, inventiva, passione ed amor proprio per farlo… io la vedo così…
Ho pensato e ripensato a ciò che mi è accaduto prima di scrivere quest’articolo alla fine mi sono decisa e mi son detta non è possibile rimanere inermi, mi sono confrontata con un’amica Psicologa, che mi ha illuminata in merito a ciò che accade nella mente di una mamma…in circostanze di questo tipo.
Personalmente mi capita spesso, magari è un mio limite, di essere concentrata prettamente sui bambini che tratto, sui risultati che vorrei loro raggiungessero, ed ovviamente anche se informo la mamma probabilmente non la coinvolgo abbastanza, anzi a volte la “squalifico” ma solo perchè il suo bambino lavora meglio con me che con lei!
Per alcune mamme la cosa non è un problema… ma molte altre scappano…e trovano conforto in chi rende il problema molto meno grave di quello che potrebbe essere.
Tanto per cominciare vorrei chiarire ai genitori “le Diagnosi le effettuano ESCLUSIVAMENTE gli specialisti”, quindi Foniatra, Neuropsichiatra Infantile, mentre le valutazioni funzionali, sono eseguite dai terapisti della riabilitazione, Logopedisti Neuropsicomotricisti dell’età evolutiva, Fisioterapisti ecc.
Le valutazioni funzionali possono essere eseguite in vari modi, ma esistono test standardizzati per valutare le competenze del linguaggio in input ed output, (cioè ciò che il bambino produce e ciò che comprende, quindi quanti vocaboli dice e quanti oggetti è in grado di riconoscere);
Essere concreti, ottenere dei dati confrontabili è per noi una grande arma, ci consente di lavorare seguendo un percorso più limpido e sopratutto offre un dato concreto ai genitori in merito al nostro lavoro.
Vi dico cosa mi è accaduto in modo blando solo per far comprendere la gravità dell’evento…
Bimbo con disarmonia evolutiva, (è uno dei modi per definire l’Autismo), ha iniziato il trattamento logopedico con grave deficit, non rispondeva alle domande, aveva una accentuata ecolalia (cioè ripete sempre la stessa cosa), un mancato contatto oculare (non guarda l’altra persona negli occhi) o per chi preferisce assenza di: “eye contact”.
Insomma il suo quadro clinico è decisamente complicato ma a mio parere era un bambino con un buon potenziale di recupero, putroppo le cose non sono andate nel modo sperato.
Dove si è bloccato il tutto? Avete sentito parlare dell’ABA? L’Aba è un intervento di riabilitazione che si basa sulle teoria di Skinner, cioè sulla possibilità di modellare un comportamento con l’addestramento, tale strategia è utilizzata con efficacia dagli addestratori di cani!
Questa nuova etichetta ABA, che ha sdoganato il suo uso nella riabilitazione compromette non poco l’evoluzione dei risultati…
Valutare un bimbo con gli standard comuni come la “CARS” (test che valuta gli aspetti comportamentali dei bambini autistici), significa rendersi conto di quali solo le reali difficoltà del bimbo, deficit fonetici fonologici (cioè di pronuncia) abbastanza rilevanti, inadeguatezza nel lessico ricettivo (numero di oggetti che non riconosce) costrutto grammaticale (costruire o meno una frase), ecc.
La valutazione “ABA” sovverete completamente il quadro descritto del bambino che stavo trattando, riuscendo a catalogarlo come un bimbo adeguato per la sua età e per le sue competenze, quindi come per magia quindi la nuova proposta riabilitativa è quella di lavorare senza entrare mai in conflitto con lui facendogli fare ciò che gli piace….
Chi si occupa di riabilitazione sa che nell’autismo è molto importante modellare i comportamenti e sopratutto interrrompere delle routine disadattive, cioè il bambino non sa auto regolarsi nelle sue attività, qundi va guidato ed aiutato nel cambiare i comportamenti non idonei, nell’apprendere come comunicare con gli altri, per i bimbi con questo disagio è come mancasse l’avvio a queste azioni, ma una vota compreso come fare riescono perfettamente…
Quindi, tornando al mio accaduto, il mio pensiero è completamente opposto rispetto al progetto terapeutico stilato dal Neuropsichiatra Infantile al quale la mamma si era rivolta, e poichè se non si interrompono alcuni comportamenti antisociali oppositivi nei tempi giusti poi si perde il treno e non si torna indietro…
Capisco che non sono la mamma e non spetta a me decidere!
Ma oggi mi interrogo e dico: << Chi avrei ascoltato, se fossse stato il mio bambino?>> Forse avrei scelto chi mi dava meno preoccupazioni…
Ma la domanda è: << chi può essere al di sopra delle parti e valutare il percorso di quel bambino comprendendo se migliora o peggiora?>>
Solo lo specialista…ha il dovere di farlo ed osservare il progresso o regresso terapeutico!
Comprendo non sia facile ma bisognerebbe evitare che piccoli pazienti possano diventare grandi ed aver perso un recupero adeguato rispetto alle loro competenze…
Allora il mio appello è uniformiamoci per essere il più lineari possibili e sopratutto trasparenza in tutto ciò che si fa, questo non può che ripagarci bene! Alle mamme consiglio di constatare e farsi spiegare cosa si fà con i loro bambini, perchè lo si fa e quali sono le evoluzioni, NON METTETE LA TESTA NELLA SABBIA PERCHE’ E’ PIU’ COMODO….
Dite la vostra Mamme e Colleghi Specialisti….
Ma che cavolo dice, dottoressa?
E’ proprio l’ABA che sostiene che
” nell’autismo è molto importante modellare i comportamenti e sopratutto interrrompere delle routine disadattive, cioè il bambino non sa auto regolarsi nelle sue attività va guidato ed aiutato nel cambiare i comportamenti non idonei e nell’apprendere praticamente come comunicare con gli altri, è come se gli mancasse l’avvio a queste azioni, poi una volta compreso come fare riescono perfettamente”.
Che l’ABA sia spontaneista mi risulta davvero nuova…. D’altra parte, come si fa ad addestrare gli animali facendo loro fare ciò che vogliono?
Strano….
Ciao Sole,
l’ABA si è sviluppato su teorie e modelli presistenti come viene spiegato in vari articoli che potrai trovare in rete in siti Americani,
la differenza sostanziale che intercorre tra il metodo cognitivo comportamentale Behavior e l’ABA è proprio l’aspetto terapeutico motivazionele, nel primo caso l’intervento si modella secondo lo sviluppo di competenze necessario in base all’età e sopratutto alle performance del bambino,
nel secondo caso ABA l’intervento viene svolto senza entrare in conflitto con il bambino,quindi diventa molto più difficile e arduo l’ottenimento dei risultati.
Detto ciò sia l’uno che l’altro metodo possono essere efficaci a seconda della circostanza, quello che però in qualche modo ho cercato di far trasparire dall’articolo è di stare attenti a non scudarsi dietro l’ABA solo perchè è molto più “conveniente” per i genitori.
Gentile DOttoressa, leggendo qs versione dell’articolo stavolta ritengo di aver meglio compreso il tema del contendere. Se nn ho capito male il bambino in questione risultava adeguato secondo gli standard ABA ma secondo il suo parere era stato solo “ben addestrato”. In realtà il bambino posto di fronte una analisi diversa nn era in grado autonomamente di rispondere adeguatamente. Beh da mamma posso dire che questo è u grande problema per chi nn ha gli strumenti adeguati per orientarsi in questo campo. Non è soltanto che nn si vuole vedere, ma che purtroppo nn si puo vedere senza “gli occhiali giusti”. Quando un genitore si rivolge a dei professionisti come voi è ovviamente una persona fragile sotto molti punti di vista: sotto il profilo delle competenze e sotto il profilo psicologico perche anche il genitore sta soffrendo per il disturbo del proprio figlio (questo nn va dimenticato). Quello che ho potuto constatare io (anche se nel mio caso parliamo di disturbo del linguaggio, quindi di un problema meno grave se vogliamo) è che esistono approcci molto diversi e a vote OPPOSTI anche tra gli stessi specialisti (cioè tra neuropsichiatra e neuropsichiatra oppure tra logopedista e logopedista) e questo è molto inquietante e disorienta il genitore… saluti e grazie delle informazioni che condivide con noi. GM
Gentile Giuliana,
sono felice di leggere il suo commento e di vedere di aver colto il senso di quanto evidenziato, il problema è se un professionista approccià il problema da un punto divista diverso è plausibile in quanto può avere il
suo punto di vista, ma farlo per il solo motivo di poter in qualche modo tenere a bada i genitori e nel frattempo perdere tempo prezioso con il bambino mi fa incavolare non poco.
Ad ogni modo la ringrazio per essere tra i nostri lettori