Questo argomento è stato già trattato più volte, ma le mail che ricevo per avere ulteriori consigli in merito mi hanno indotta a scrivere ancora …
Quando mi trovo in un contesto sociale e la gente scopre che sono una logopedista, ho un sacco di domande sull‘utilizzo ciucci, tazze con il beccuccio, e se essi influenzano lo sviluppo del linguaggio nei neonati e bambini piccoli.
Affrontiamo prima la questione della tazza con il beccuccio. Essa generalmente crea un morso aperto, è abbastanza comune nei bambini che la utilizzano.
Non confondete la parola “comune” per “normale”. Quando i bambini hanno un… morso aperto hanno uno spazio tra i loro denti superiori ed inferiori, e nella chiusura tra i denti superiori e inferiori rimane dello spazio, a secondo di quanto spazio c’è si definisce un morso aperto di I° II° oppure III°.
Molte volte questa malocclusione dentale può essere collegata all’utilizzo di una tazza con il beccuccio. Per utilizzo prolungato intendo che si usala tazza tutto il giorno ed anche di notte per bere il latte, oppure che si utilizza questo tipo di tazza dopo i 2 o 3 anni .
La situazione è decisamente peggiore se il bambino usa una tazza a beccuccio e prendere il ciuccio, perché in questo caso ha sempre qualcosa in bocca che lo induce alla suzione per tutto il tempo.
Se il bambino presenta sigmacismo ( errata pronuncia della lettera /s/), in età prescolare, è probabile che abbia un morso aperto. L’approssimazione per il suono /s/ è molto comune in età comprese tra i 3 ed i 4 anni, con o senza un morso aperto, poichè il bambino non ha ancora appreso completamente la pronuncia di questa lettera.
Quando i bambini si avvicinano ai 5 anni, la loro / s / dovrebbe essere come il suono pronunciato dagli adulti. Se ciò non avviene entro i 5 anni, è necessario un percorso di logopedia per apprendere un modello di produzione più matura per il fono/ s /. Talvolta si riscontra anche zetacismo, (errata pronunciadella lettera /z/) per la quale vale il medesimo discorso. Questi di solito sono gli effetti negativi che si ripercuotono sullo sviluppo del linguaggio utilizzando il ciuccio ed i bicchieri provvisti di beccucci.
Il bambino deve imparare a bere da una cannuccia dai 2 anni e da un bicchiere prima dei 21 mesi. Questo richiede un impegno da parte dei genitori perché necessita di maggiore vigilanza e pulizia, rispetto all’utilizzo di una tazza con il beccuccio, che sicuramente non sporca e sopratutto evita che il bimbo si possa bagnare.
Non troppo tempo fa, non esistevano queste tazze, c’era solo il bicchiere forato sul lato alto della Tupperware. In realtà quella coppa potrebbe ancora essere un bel passaggio tra la tazza a becco ed il bicchiere poichè non richiede più al bambino di attuare la suzione per poter bere, quindi lo induce a passare alla deglutizione adulta, cioè ingoiare senza posizionare la linngua tra i denti, bensì spingendola contro il palato.
Quindi bere da una apertura rende il bambino più maturo nell’atto deglutitorio rispetto al modello di suzione richiesti nell’utilizzo della tazza a beccuccio e del ciuccio.
Passare ad una tazza “tradizionale” è un ottimo modo per lavorare sulla coordinazione motoria orale, questo passaggio può compenssare ciò che in modo molto più specifico viene effettuato in logopedia con “esercizi motorio volti al recupero della motilità orale.”
Il bambino ha la possibilità di “sperimentare” più volte al giorno, un nuovo apprendimento “ingoiare correttamente”, piuttosto che dover svolgere esercizi specifici, così modifica naturalmente un’abitudine scorretta, voglio ricordarti che ciò è possibile solo se si agisce in tempo!
Bisognerà utilizzare i nuovi bicchieri quando è seduto a tavola, ed in tutti i momenti , anche se sta giocando sul pavimento e chiede dell’acqua dovrai porgerhli un bicchiere. Si può conservare latazza a beccuccio per i momenti in cui non se ne può fare a meno altrimenti accadrebbe un disastro, come potrebbe accadere in macchina!
Il tuo bambino non deve MAI andare a letto con una tazza a beccuccio o una bottiglina, non importa quanto sia conveniente per aiutarlo a dormire. Lasciare la tazza o la bottiglia tra i denti in aggiunta del ciuccio durante il sonno è ciò che porta allo spazio aperto tra i denti, e all’insorgere delle carie soprattutto se si utilizza il latte o succo di frutta.
Ho visto alcuni bimbi di due anni che sono stati portati da un dentista a causa di una bocca piena di denti grigi, la cosa che mi sorprende è che addirittura si addormentavano bevendo il latte e restando attaccati al biberon, cosa che a parte tutto non mi da sicurezza neanche come azione in quanto potrebbe andargli facilmente nelle vie aeree oppure risalire e provocare otitti. Non è un’abitudine carina.
La cannuccia è davvero meravigliosa per la coordinazione motoria orale e lo sviluppo delle abilità sensoriali. Bere un liquido freddo, oppure denso da una cannuccia è uno dei modi migliori per migliorare la tonicità ed il controllo della lingua, labbra, guance.
Ora passiamo al “caro amico i ciuccio”. Per alcuni bambini, il ciuccio non è un problema poiché non lo hanno mai preso oppure lo hanno facilmente abbandonato. Non fare utilizzare un succhiotto non è una buona cosa, dal momento che il bambino non trovando un modo efficace per lenire il suo malessere, bisogna ricordare che succhiare è un ottimo modo per i bambini per regolare un auto conttrollo su se stessi .
Molti bambini, per compensare , trovano rimedio succhiando il pollice! Ciò è a mio avviso davvero più sconveniente, poichè il pollice, di certo non possiamo buttarlo via! Tra i rimedi si ricorre a fasciature ed escamotage, ma è più complicato… Ciò spiega il perchè ci sono bambini che anche a 6 e 7 anni, conservano quest’abitudine viziata!
Per alcuni neonati il ciuccio è essenziali ed è persino raccomandato. Per i bambini con importanti problemi motori, del distretto orale, imparando a succhiare un ciuccio e tenerlo in bocca è una pietra miliare per avviarli a processi di sviluppo successivi. Per quei neonati e bambini piccoli, che sono molto irritabili il ciuccio può essere il modo migliore per calmarli.
La maggior parte dei bambini dovrebbero essere in grado di lasciare il ciuccio tra i 2 1 mesi ed i 3 anni, o almeno dovrebbero relegarne l’utilizzo esclusivamente per dormire o calmarsi. Andare in giro tutto il giorno con un ciuccio in bocca non è raccomandabile e diventa sempre più sconveniente quanto minore è la distanza di tempo rispetto ai 3 anni, questo effetto negativo non incide solo sul linguaggio o sul voler rimanere piccoli, ma questa è un’altra questione in sé e per sé, e non è quello di cui ho intenzione di parlare oggi!
Penso che sia un mito “spero desueto”, che il ciuccio impedisce ai bambini di apprendere il linguaggio. La maggior parte dei bimbi cercano di parlare con il ciuccio tenendolo in bocca ma lo tolgono di sicuro se i genitori insistono nel non comprenderli. Se il bambino non parla, ed ha più di 2 anni, e tiene sempre il suo ciuccio, è importante cercare di limitarne l’uso solo per dormire e quando ha veramente bisogno di calmarsi. Ma sopratutto va coinvolto in giochi costruttivi e di interazione per aiutare l’evoluzione linguistica.
In quasi tutti i bambini che ho visto nella mia carriera, l’assenza del linguaggio verbale non era causata dal ciuccio sicuramente vi erano altre cause alla base del ritardo, ovviabili con piccoli “aiuti”, la dove non vi erano quadri clinici più complessi.
Alcuni Logopedisti insistono affinchè il bambino smetta di utilizzare il ciuccio appena inizia la terapia di riabilitazione. Io di solito consiglio ai genitori di tenere il ciuccio fino a quando non trovano altri modi per aiutare il bambino ad auto consolarsi. Penso che un distacco netto sia troppo traumatico, sopratutto quando si associa al lavoro da svolgere per imparare a comunicare, quindi il bambino è già sotto stress per la terapia che per quanto possa esser svolta in un setting ludico è pur sempre un “obbligo”!.
Credo che i cambiamenti graduali in questi casi siano il modo migliore di agire sia per i bambini che per i genitori.
L’obbiettivo sicuramente è quello di abbandonare il prima possibile questa “abitudine viziata” ma dandosi delle regole e sopratutto con gradualità.
I genitori di bambini con problemi sensoriali mi dicono che hanno bisogno in alcuni momenti del ciuccio per calmare il bambino o mettere fine ad un capriccio. Se il vostro bambino, anche se ha 3 anni, ha ancora bisogno del ciuccio per calmarsi, non è così inverosimile pensare di mantenerlo. Come logopedista, posso comprendere tale esigenza, ma mi piacerebbe che si guidasse il piccolo ad imparare altri modi più maturi per calmarsi sopratutto tra i 3 ed i 4 anni.
Le opzioni che ho trovato più efficaci: una coperta speciale, un peluche o una bambola. Certo c’è il trasferimento di dipendenza ad un oggetto, ma di sicuro non creerà danni nè ai denti nè al palato del tuo bambino.
Liberasi dell’uso del ciuccio non è facile ne per i genitori nè per il bambino , ma fa tutto parte del crescere…
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Grazie!
grazie per l’articolo e per chiarire cose che a volte neanche ci si pensa. per quanto riguarda gli articoli per l’infanzia é bene fare tutto secondo gli standard di igiene e qualitá e attenzione. il mio piccolo non ha avuto problemi nell’abituarsi al biberon. e neanche al ciuccio. ha un ciuccio personalizzato con tettarella in lattice. gliel’ho cambiato ai 6 mesi, con una di dimensioni piú grandi. peró non sono passata al silicone
Buongiorno!
E cosa mi dice della suzione al seno? É molto diversa da quella col ciuccio…
Grazie